Sicurezza e ripresa immediata per il paziente grazie alla moderna anestesia

ne parliamo con:

Dr. Antonino Onorio

Specialista in Anestesia e Rianimazione

L’anestesia è un punto centrale nella riflessione del paziente prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico. Perché viene temuta?

L’anestesia è temuta, specialmente nel caso dell’anestesia generale, perché comporta la perdita della cognizione del tempo e dello spazio per un certo intervallo temporale. In realtà, soprattutto in una struttura di Day Surgery, l’anestesia generale moderna è completamente diversa da quella che veniva eseguita anni fa. Oggi si ricorre il più possibile all’anestesia locale con una sedazione che può essere più o meno profonda in relazione al tipo di intervento da eseguire. Questo abbrevia i tempi della degenza in reparto nel periodo postoperatorio ed una dimissione rapida garantendo al paziente la  completa autosufficienza delle proprie capacità motorie e intellettive.

Com’è cambiata nel tempo l’anestesia?

Per quanto concerne l’anestesia locale il cambiamento più significativo è rappresentato dalla quantità sempre inferiore di farmaco utilizzata rispetto al passato. Con l’ausilio dell’ecografo – soprattutto se tecnologicamente all’avanguardia come nel caso delle strumentazioni utilizzate presso il Centro Chirurgico San Paolo – riusciamo ad individuare il nervo interessato e bloccare esclusivamente la zona interessata dall’intervento chirurgico. Passi da gigante sono stati fatti, inoltre, per l’anestesia generale con l’avvento di un farmaco oppioide, molto potente rispetto a quelli utilizzati in passato: il Remifentanil, commercializzato come Ultiva. Si tratta di una morfina sintetica metabolizzata da un enzima prodotto dal nostro organismo che neutralizza in pochi minuti l’effetto del farmaco. Il Remifentanil viene somministrato per via endovenosa in  varie diluizioni in base all’efficacia dell’effetto che vogliamo ottenere. Già a basse dosi consente di ottenere una sedazione sufficientemente profonda con un’analgesia potente associata ad un’anestesia locale. Questo consente di effettuare moltissimi tipi di interventi, come ad esempio il lifting. Mentre in associazione ad altri anestetici per via endovenosa riusciamo a praticare un’anestesia generale, anche di lunga durata, per interventi quali l’addominoplastica. In ogni caso, grazie a queste molecole innovative, il paziente può essere dimesso già dopo tre o quattro ore dall’intervento. Dunque, si tratta di un farmaco che dà grandi garanzie di sicurezza e ampie possibilità di utilizzo, soprattutto nel settore della Day Surgery.

Cos’è che più rassicura il paziente?

A mio avviso l’anestesia inizia con il colloquio tra l’anestesista e il paziente. Per questo è indispensabile un contatto per entrare in confidenza, creare fiducia e rassicurare. In una struttura come il Centro Chirurgico San Paolo, dove nulla è lasciato al caso, il paziente viene seguito già prima del ricovero attraverso il colloquio con l’anestesista che viene effettuato alcuni giorni prima del ricovero – se necessario anche telefonicamente per i pazienti che arrivano da più lontano – proprio per infondere tranquillità e ridurre eventuali preoccupazioni.

Qual è il futuro dell’anestesia?

Ogni anestesista predilige i farmaci su cui ha la massima esperienza ed è questo l’aspetto fondamentale. Io faccio l’anestesista da oltre trent’anni e devo ammettere che la molecola di Remifentanil ha completamente rivoluzionato il modo di fare anestesia, offrendo enormi potenzialità e sicurezza. Ritengo che prima di individuare un farmaco altrettanto formidabile e innovativo passerà un lungo tempo.

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