E’ un’infezione virale altamente contagiosa che si caratterizza per la comparsa di un’eruzione cutanea tipica. Anche se raramente la malattia è grave nei bambini sani, tuttavia può risultare letale o causare un danno cerebrale permanente. Il trattamento farmacologico può solo ridurre i sintomi, mentre la vaccinazione può prevenire l’infezione. A livello mondiale, ogni anno il morbillo colpisce circa 20 milioni di persone e causa circa 200.000 decessi, prevalentemente tra i bambini. Una donna che abbia avuto il morbillo o sia stata vaccinata trasmette gli anticorpi al feto durante la gravidanza, immunizzandolo solo per quasi tutto il primo anno di vita. Successivamente, il rischio di contagio ricompare. Chi ha avuto il morbillo sviluppa immunità quasi sempre in modo permanente. La trasmissione della malattia avviene da persona infetta a persona sana respirando le goccioline di saliva emesse con i colpi di tosse. Circa il 90% dei soggetti non immuni al morbillo sviluppa la malattia in seguito a contatto con una persona infetta; il periodo di contagio inizia da diversi giorni prima della comparsa dell’eruzione cutanea (esantema) e continua per molti giorni a seguire.
Sintomi
Dopo un periodo di incubazione variabile da 7 a 14 giorni; la malattia si manifesta con febbre, rinite, tosse secca e congiuntivite. Le macchie di Koplik, caratteristiche, compaiono durante il periodo iniziale, prima dell’esordio dell’eruzione cutanea, spesso sulla mucosa orale, nel lato opposto al I e al II molare superiore. Le macchie assomigliano a granelli di sabbia bianca circondati da un alone rosso e possono disseminarsi con conseguente arrossamento a chiazze su tutta la mucosa orale; compare anche dolore alla deglutizione. L’eruzione cutanea esordisce da 3 a 5 giorni dopo l’inizio dei sintomi, di solito 1-2 giorni dopo la comparsa delle macchie di Koplik. Inizia al volto davanti e sotto le orecchie e ai lati del collo, con macule irregolari, accompagnate subito dopo da papule. Entro 24-48 h, le lesioni si diffondono al tronco e agli arti, compresi il palmo delle mani e la pianta dei piedi mentre iniziano a scomparire a livello del volto. Nelle eruzioni gravi possono comparire ecchimosi. Durante il picco di massima gravità della malattia, la temperatura del paziente può oltrepassare i 40°C, con edema periorbitario, congiuntivite, fotofobia, tosse secca, esantema esteso, prostrazione e lieve prurito. La sintomatologia generale è direttamente proporzionale alla gravità dell’esantema e dell’epidemia. Entro 3-5 giorni la febbre scende, il paziente comincia a sentirsi meglio e l’esantema inizia rapidamente a svanire, lasciando una pigmentazione color rame, seguita da desquamazione. I pazienti immunodepressi possono non presentare l’eruzione cutanea e sviluppare una grave polmonite progressiva.
Complicanze
L’infezione cerebrale (encefalite) si verifica in 1/1.000-2.000 bambini. Si manifesta con febbre alta, mal di testa, convulsioni e coma, solitamente da 2 giorni a 2 settimane dopo la comparsa dell’eruzione cutanea. La malattia può essere breve e regredire in 1 settimana circa oppure prolungarsi e portare a danno cerebrale permanente o morte. La panencefalite subacuta sclerosante è una complicanza rara che causa danno cerebrale e decesso. La polmonite colpisce circa il 5% dei soggetti e nei bambini è una comune causa di morte. Il sanguinamento si può verificare dopo che l’infezione da morbillo si è risolta. Spesso il soggetto accusa la formazione di ecchimosi cutanee e un leggero sanguinamento, occasionalmente grave.
Prevenzione e trattamenti
Non esiste un trattamento specifico per il morbillo, per cui la risorsa terapeutica di elezione consiste nella vaccinazione. Il vaccino anti-morbillo, uno dei vaccini pediatrici di routine, è somministrato fra i 12 e i 15 mesi di vita ma può essere dato anche ai bambini di 6 mesi durante le epidemie o prima di un viaggio all’estero. Una seconda dose viene somministrata tra i 4 e i 6 anni d’età. I bambini vaccinati a meno di un anno d’età devono prendere altre due dosi dopo aver compiuto il primo anno. Il vaccino in uso è di tipo combinato e contiene il vaccino contro il morbillo, la parotite, la rosolia e talvolta anche quello contro la varicella. Il vaccino anti-morbillo non esiste in forma autonoma. In alcuni bambini, il vaccino causa febbre lieve ed eruzione cutanea, senza renderli contagiosi. Il vaccino non causa autismo (vedere vaccino MMR e autismo). I bambini (e gli adulti) esposti al morbillo e non immunizzati possono essere protetti dalla vaccinazione entro 3 giorni dall’esposizione. Per proteggere le persone che non possono ricevere il vaccino (ad esempio le donne in gravidanza, le persone affette da alcuni tipi di tumore o da tubercolosi non trattata e quelle con malattie gravi o indebolimento del sistema immunitario) viene invece somministrata immunoglobulina. I bambini malati di morbillo devono stare al caldo e in un ambiente confortevole. Paracetamolo o ibuprofene possono essere utili per ridurre la febbre. Se si sviluppa un’infezione batterica, è necessaria una terapia antibiotica.