Nella pratica chirurgica, il rischio di contrarre un’infezione è strettamente correlato alla qualità dell’aria in sala operatoria, passando progressivamente dalle vie di accesso fino al tavolo e al campo operatorio. Nell’aria si trova il 98% dei batteri la cui presenza deve essere abbattuta con filtri barriera.
Sulla base di queste considerazioni, al piano terra della struttura è stata realizzata una nuova sala operatoria dotata di un impianto di flusso laminare centrale classificato ISO 5 per interventi complessi, come previsto dall’Istituto per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro nei casi di trapianti, impianto di protesi, neurochirurgia, oncologia, ortopedia. In questi casi, la carica batterica viene abbassata utilizzando un flusso unidirezionale che deve comprendere sia il campo operatorio sia il tavolo servitore. Questa metodica di lavoro consente un abbattimento molto elevato del rischio di infezione con strumenti sterili.
Il condizionamento dell’aria nelle sale operatorie viene affidato a speciali impianti tecnologici detti di “Ventilazione e Condizionamento a Contaminazione Controllata (VCCC)”.
La progettazione, realizzazione, manutenzione e controllo di questi impianti sono attività che incidono direttamente sul rischio di insorgenza di infezioni nel paziente sottoposto a chirurgia. Conseguentemente, il Legislatore italiano ha fissato, con il DPR 14 gennaio 1997, i requisiti minimi per le sale operatorie e più recentemente, nel settembre 2011, è stata pubblicata la norma UNI 11425 “Impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata (VCCC) per il blocco operatorio”. Questa norma si applica, in forma volontaria, sia alle nuove realizzazioni sia agli impianti esistenti, e presenta aspetti potenzialmente rilevanti ai fini della riduzione del rischio clinico.
Il flusso laminare (ISO 5) è necessario per le sale operatorie di chirurgica protesica: cardiochirurgia, trapianti, ortopedia, neurochirurgia e chirurgia vascolare.
La carica batterica deve necessariamente essere bassa per ridurre il rischio infettivo intra-operatorio. Il flusso unidirezionale deve coprire il campo operatorio e il tavolo servitore.
L’aria ultrapulita copre tutta l’area dello strumentario chirurgico, consentendo di preservarne la sterilità.
Al contrario, l’uso di materiale protesico in un ambiente non trattato con flusso laminare espone ad un elevato rischio di contrarre un’infezione anche in presenza di una carica batterica molto bassa rendendo vana la profilassi antibiotica preoperatoria.